Reggio Emilia 5 settembre 2009

LA SALUTE DEL PO MIGLIORA E IL FIUME DIMOSTRA BUONE CAPACITA' DI RIPRESA - MA RESTANO ANCORA MOLTI I PROBLEMI DEL GRANDE FIUME: MANCANZA DI CONTROLLI, ESCAVAZIONI, LOTTIZZAZIONE DEL FIUME, ILLEGALITA' ED ECOMAFIE

Operazione Po, la campagna di Legambiente per la tutela e la valorizzazione del grande fiume e dei territori rivieraschi, ha presentato a Boretto (RE) i dati dei rilevamenti effettuati sulla qualità della acque dalla sorgente fino a Revere (MN), che mostrano un graduale miglioramento della qualità delle acque. Il grande fiume si presenta però ancora come “terra di confine”, assediata dall'illegalità.

Le iniziative di Legambiente per il futuro del grande fiume sono state illustrate durante una conferenza stampa a Boretto, da Massimo Serafini, portavoce di Operazione Po, Massimo Becchi, dell'Ufficio di Presidenza di Legambiente Emilia-Romagna, Antonio Pergolizzi, Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità, Francesco Paolo Colliva, avvocato del Centro di Azione Giuridica di Legambiente, e Giulio Kerschbaumer, biologo di Operazione Po.

“Il Po è il più importante e sfruttato fiume d’Italia - ha dichiarato Massimo Serafini, portavoce di Operazione Po - ma su di esso non è mai stata realizzata una politica unitaria e convincente: si è così assistito alla proliferazione di enti ed istituzioni che con scarsi risultati cercano di far fronte alle piene e ai momenti di scarsa portata. Operazione Po ha come obiettivo l'avvio di misure concrete che affrontino decisamente i problemi del grande fiume a partire dall'avvio delle azioni necessarie a tutelare la sicurezza idraulica delle città e dei paesi situati sulle sue sponde e a perseguire il risanamento e la qualità delle sue acque, nonché la valorizzazione delle grandi risorse naturali, paesaggistiche, culturali che possono sostenere la rinascita economica e garantire un futuro migliore per le popolazioni rivierasche. Gli inquinanti di origine antropica, gli scarichi derivanti da insediamenti produttivi, dall'agricoltura e dalla zootecnica rendono ancora lontana la realizzazione del nostro sogno: quello di vedere il Po nuovamente balneabile. Non si tratta però più di un sogno impossibile, ma è necessario un maggiore sforzo per migliorare i sistemi di depurazione degli scarichi, industriali e civili, ed un particolare impegno per affrontare il problema dei reflui zootecnici.

L'analisi dei dati dei rilevamenti effettuati da Legambiente in collaborazione con i tecnici della Struttura Oceanografica Daphne dell'Arpa Emilia-Romagna e il confronto con i dati rilevati lo scorso anno in condizioni di portata sostanzialmente equivalenti mostrano un lento ma graduale miglioramento della qualità delle acque del fiume, ma il vero problema sono ancora gli affluenti. che continuano a riversare nel corso principale i loro carichi inquinanti (fosforo e azoto).

“I dati rilevati dal Piemonte fino alle province di Reggio Emilia e Mantova, rappresentano un'analisi puntuale effettuata sulla qualità delle acque del grande fiume - ha dichiarato Giulio Kerschbaumer, biologo di bordo di Operazione Po - e mostrano come i principali imputati siano gli affluenti del grande fiume, che riversano nel corso d'acqua i loro carichi inquinanti. Le distribuzioni dei valori del fosforo evidenziano 3 picchi principali individuati infatti nel fiume Lambro, nel torrente Parma e nel Crostolo, mentre i restanti valori si attestano su concentrazioni molto inferiori. La distribuzione delle forme azotate presentano da monte a valle una forte disomogeneità. In particolare presentano elevate concentrazioni nelle stazioni a monte: Casalgrasso, Moncalieri, Torino, Brandizzo, fiume Lambro, fiume Adda, torrente Parma, fiume Oglio. L’azoto ammoniacale presenta 3 concentrazioni elevate in corrispondenza delle stazioni: torrente Parma, fiume Enza, torrente Crostolo; un alto picco, ma di minore portata, è relativo al fiume Secchia”.

La conferenza stampa di Boretto è stata inoltre l'occasione per denunciare le varie forme di illegalità che assediano i territori del “grande fiume”.

“Emerge sempre più come il fiume sia terra di frontiera - ha dichiarato Massimo Becchi, dell'ufficio di Presidenza di Legambiente Emilia-Romagna - lo avevamo già visto con le escavazioni abusive di sabbia in cui la mancanza completa di controlli ha permesso per anni di asportare dall'alveo del fiume milioni di tonnellate di inerti. Per lo stesso motivo attualmente sul fiume è avvenuta una vera e propria lottizzazione attuata soprattutto dai tedeschi che affittando barche e posti letto nei loro campeggi si sono spartiti il lucroso mercato della pesca del siluro. Viene imposta una “tassa” ai loro connazionali che vengono anche autonomamente sulle sponde del Po. A questo si affianca una cattura indiscriminata e illegale di numerose specie ittiche tra cui appunto il siluro che vengono commercializzate soprattutto all'estero”.

“L'Emilia Romagna anche nel rapporto Ecomafia 2009 si conferma come una regione sotto scacco da parte della criminalità ambientale - ha dichiarato Antonio Pergolizzi - regione di transito di numerosi traffici di rifiuti in cui svolgono un ruolo cruciale i cosiddetti “colletti bianchi”. Si segnala poi una notevole pressione sul territorio da parte dell'abusivismo edilizio, che continua a tenere la testa alta e, come denunciato da tutte le autorità preposte, una preoccupante presenza della criminalità organizzata, attiva soprattutto in operazioni di riciclaggio di capitali, speculazioni immobiliari, lottizzazioni, tentativi di infiltrazioni in appalti pubblici. Si segnalano infatti fenomeni di racket e controllo sempre più pesante in particolare del mercato edilizio, con moltissime aziende titolari di appalti e subappalti sottoposte a infiltrazioni e pressioni criminali.

“Almeno 2 volte la magistratura reggiana, occupandosi delle attività di escavazione abusiva nel Po, ha appurato che si trattava di escavazioni realizzate nell'ambito di un'attività imprenditoriale. Tutti i provvedimenti, nei quali Legambiente si è costituita parte civile - ha dichiarato Francesco Paolo Colliva
- sono stati però impugnati, ragion per cui non si è ancora giunti ad un accertamento definitivo, ma continueremo a partecipare ai vari processi per la tutela del fiume”.

SCARICA I DATI DEI RILEVAMENTI SULLA QUALITA' DELLE ACQUE EFFETTUATI

 

Comunicati Stampa

Il mercatino del riuso "Il Riciclo" è un iniziativa promossa da Legambiente Reggio Emilia e rivolta ai privati cittadini, che ogni anno consente di recuperare e riciclare moltissimi oggetti di cui le persone non hanno più bisogno.

Perchè venire al mercatino? Per aiutare l'ambiente mettendo in moto l'economia circolare: se c’è un modo per evitare del tutto lo spreco e la produzione di rifiuti è proprio non comprare oggetti "nuovi”. Si avrà la possibilità di vedere e vendere tanti oggetti in buone condizioni ed ancora utilizzabili, ogni articolo esposto ha una sua storia ed è unico. Per i visitatori ci sarà inoltre inoltre la possibilità di fare buoni affari poichè qualsiasi tipo di oggetto si potrà acquistare scontato rispetto al prezzo originale. I volontari di Legambiente vi aspettano numerosi!

Data d'iscrizione 15 aprile dalle ore 20.00 presso il nostro portale.

 

Tutti coloro che hanno difficoltà ad iscriversi e ad effettuare il pagamento potranno venire presso la Sede di Legambiente Reggio Emilia - Tutela Ambientale O.D.V., ubicata a Reggio Emilia, in via Marino Mazzacurati, n.11, nelle giornate di LUNEDI' 22 aprile  e di MARTEDI' 23 aprile dalle ore 16:00 alle ore 19:00.