Reggio Emilia 8 ottobre 2008

FRA SCANDIANO ED ALBINEA NASCE IL COMITATO BOSCO PER LA DIFESA DEL TERRITORIO "BENE L'AZIONE DEI CITTADINI PER LA TUTELA DEL PROPRIO AMBIENTE"

E' sempre positivo - dichiara Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia - quando un gruppo di cittadini si mobilita per la difesa del proprio territorio. E' quello che è accaduto in queste ultime settimane per i cittadini che risiedono fra Bosco di Scandiano e La Noce di Albinea, zona da sempre vocata all'agricoltura, in particolare alla viticoltura, ora interessata all'ennesimo progetto infrastrutturale. Negli ultimi anni si è infatti assistito ad una proliferazione di tangenziali e strade nella nostra provincia che sembra non conoscere crisi e che vede nell'assessore provinciale Spaggiari un paladino della politica del trasporto su gomma sempre e ovunque. In compenso le linee degli autobus sia cittadini che extraurbani sono rimaste immutate, con un calo di utilizzo che ogni anno si accentua, nulla è stato fatto per le corsie riservate o per l'ormai famosa metropolitana di superficie.

Il Comitato Bosco - dichiara il Sig. Iotti membro del Comitato - ha come simbolo un pulcino. La scelta deriva dal nome della casa storica "Casa Pulcino" che è tra gli edifici più direttamente coinvolti dall'opera viaria ipotizzata. Il pulcino inoltre è un animale tenero e fragile, che ispira sentimenti di protezione proprio come il territorio che va a rappresentare.

La strada ipotizzata - continua Davoli del Comitato - dalla provincia devasta una zona a vocazione agricola. Le persone si troveranno una tangenziale di 12 metri di larghezza chi nel giardino, chi direttamente sotto le finestre di casa. Il rispetto dell'ambiente e delle persone non deve avere colore o bandiera di appartenenza politica; la tutela del territorio e la qualità della vita dei cittadini deve essere interesse di tutti.

Il progetto ipotizzato si basa su di un'idea vecchia, analoga a quella proposta, contestata ed accantonata nel 1992. Il riproporre la stessa soluzione inutile e "pasticciata" mette in luce il pressapochismo di chi in provincia ha "tirato una linea su una carta" senza conoscere il territorio.

Il nostro non è un comitato del "NO", sosteniamo un approccio moderno ai problemi di trasporto. Serve uno studio dei flussi di traffico che metta assieme la programmazione urbanistica, le nuove lottizzazioni e la progettazione delle opere viarie. La pericolosità delle nostre strade è evidente, basta guardare i troppi mazzi di fiori ai bordi della carreggiata. Questa pericolosità non è però determinata dall'anzianità delle strade. Sono pericolose tanto le strade vecchie, come la statale tra Fogliano e Reggio, che quelle appena costruite come la tangenziale di Arceto, tristemente nota per i recenti e numerosi incidenti anche mortali. Alla base di questa pericolosità vi è una mancata programmazione dei flussi di traffico che rendono caotici e pericolosi gli spostamenti.

A chi ci rimprovera di essere legati al passato diciamo invece che siamo noi a fare una fuga in avanti rispetto a chi progetta ancora le strade come negli '70. Le strade della nostra campagna sono state disegnate dai percorsi dei birocciai e per renderle moderne non basta allargarne la sede e fare le rotonde. Servono alternative ai mezzi privati ed opere infrastrutturali di qualità, come l'attraversamento dei centri abitanti in tunnel, che migliorino la sicurezza e l'ambiente.

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