QUEL PASTICCIACCIO DELLA LEGGE SULLA SENTIERISTICA LEGAMBIENTE ATTACCA LA NUOVA NORMATIVA SULL'ESCURSIONISMO
Reggio Emilia, li 8 Agosto 2013

COMUNICATO STAMPA


QUEL PASTICCIACCIO DELLA LEGGE SULLA SENTIERISTICA LEGAMBIENTE ATTACCA LA NUOVA NORMATIVA SULL'ESCURSIONISMO


La nuova legge regionale consente il transito dei mezzi a motore su sentieri, prati, mulattiere, praticamente ovunque: la decisione infatti è demandata ai singoli comuni, creando un'assurda situazione a “macchia di leopardo”. Eppure la legge era nata per tutelare i sentieri e gli escursionisti Una tutela dei sentieri a “macchia di leopardo”, questo il probabile scenario dopo l'approvazione in Regione della nuova legge sulla sentieristica. La normativa era nata con lo scopo di tutelare il paesaggio e gli escursionisti, ponendo in particolare una serie di vincoli al transito di mezzi a motore in territori delicati come i sentieri appenninici, è stata invece stravolta da emendamenti che ne hanno sostanzialmente invalidato l'utilità. “Spirito della legge – ha dichiarato Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia – non era tanto quello “punire” i mezzi a motore, quanto piuttosto di stabilire che percorsi non carrozzabili, quali ad esempio prati, sentieri, mulattiere e così via, dovessero essere tutelati, sia per proteggere il paesaggio che per garantire agli escursionisti di percorrere i sentieri all'interno dei boschi in sicurezza. Si è voluto invece far passare l'idea che la legge vietasse a tutti i mezzi a motore di percorrere l'appennino, puntando quindi a far saltare qualunque forma di regolamentazione del passaggio sui percorsi escursionistici”. Il passaggio di mezzi a motore, in particolare moto e “quad”, lungo i sentieri e attraverso i boschi, oltre a rappresentare un potenziale pericolo per gli escursionisti, crea infatti solchi che con la pioggia diventano veri e propri canaloni. La legge, nella sua impostazione iniziale, avrebbe dovuto stabilire che questi sentieri erano percorribili solo da escursionisti e mountain bike, un turismo a basso impatto ambientale e a forte valenza culturale e salutistica, ma in seguito alle pressioni delle lobby motoristiche, e di sindaci evidentemente più interessati al piccolo introito derivante da raduni e manifestazioni motoristiche che alla tutela dei propri cittadini e del territorio, tutto questo è stato fortemente annacquato nella formulazione finale della legge. “Ora spetta ai sindaci decidere se interdire o meno il passaggio ai mezzi a motore sui sentieri del proprio comune – ha commentato Massimo Becchi – arriviamo quindi al paradosso di una legge regionale, che in teoria dovrebbe stabilire una normativa unica per tutto il territorio, che lascia ad ogni sindaco la discrezionalità di intervento. In pratica, lo stesso sentiero, nel momento in cui attraversa un confine comunale, potrebbe passare da un itinerario protetto, in cui gli escursionisti si possono muovere in tutta sicurezza, ad un percorso di motocross, in altre parole un sentiero fangoso in cui è pericoloso muoversi a piedi”. In compenso la legge stabilisce che la cartellonistica deve essere adeguata alle norme stabilite dalla regione. In altre parole, potrebbe essere garantita la possibilità di percorrere con moto da cross qualunque sentiero, mulattiera, prato appenninico, ma in compenso potrebbero essere passibili di multa gruppi di escursionisti, un'associazione di volontariato o dei semplici cittadini che realizzino un pannello informativo per segnalare un'area di interesse naturalistico storico-culturale, architettonico ecc. senza chiedere l'autorizzazione regionale. Legambiente si unisce perciò al CAI nel condannare questa legge, che anziché tutelare il paesaggio e gli escursionisti sembra fare esattamente il contrario. D'ora in poi in Appennino, se il sindaco lo consente, ognuno potrà fare come gli pare, tranne gli escursionisti.

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