ANCHE LEGAMBIENTE CI METTE LA FACCIA PER DIRE NO ALLE ECOMAFIE: CEMENTO E RIFIUTI I SETTORI PIÙ A RISCHIO NELLA NOSTRA REGIONE.

Anche Legambiente Reggio Emilia, insieme alle sue Guardie Ecologiche (GEL) e ai circoli della regione, si è data appuntamento oggi 21 marzo per dichiarare ancora una volta il proprio impegno nella lotta alla criminalità ambientale. Sono arrivati numerosi gli attivisti dell'associazione per partecipare al corteo e sfilare lungo le vie della città di Reggio dove dal 23 marzo avranno inizio i dibattimenti processuali a carico di 147 imputati del processo Aemilia, dove anche l'associazione ambientalista si è costituita parte civile (ed è stata ammessa). La diffusione della cultura della legalità a Reggio è da sempre molto presente grazie all'attività svolta dalle nostre Guardie Ecologiche Volontarie che da anni presidiano con competenza il territorio. E' noto dai report che annualmente Legambiente redige sulla criminalità ambientale (Rapporto Ecomafia) che nella nostra regione gli ambiti che le mafie prediligono sono il cemento e i rifiuti.
Quest'ultimo è anche il settore che più vede impegnate le GEL, solo nell'ultimo anno sono state ben 11.000 quasi le ore che ha visto i volontari impegnati nella vigilanza su illeciti relativi, prevalentemente, ad abbandono di rifiuti. Tutto ciò si traduce anche in numerosi verbali e 160 segnalazioni. Nel corso dei vari servizi di controllo non sono mancati gli avvistamenti di importanti quantità di rifiuti tossici, principalmente amianto, ancora troppo numerosi nella nostra provincia. Ricordiamo che tra i nomi delle vittime innocenti delle mafie letti oggi in Piazza Prampolini ritroviamo anche quelli di chi, a causa di illeciti di abbandono e mancato trattamento di rifiuti tossici, ha perso la vita. Tra i tanti citiamo Roberto Mancini, vicecommissario di Polizia Vittima del Dovere per le sue indagini contro le Ecomafie nella Terra dei Fuochi. Mancini, infatti è morto nell’aprile del 2014 per un tumore al sangue causato dall’esposizione a
sostanze tossiche e radioattive durante le sue indagini, che già alla fine degli anni '90 dimostravano i nomi e gli interessi di chi nascondeva morte nel sottosuolo della Campania. Furono infatti sue le preziose testimonianze alla commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, la sua perseveranza e le sue indagini, a portare alla ribalta il dramma di un territorio martoriato dalle Ecomafie. Ma guardando alla nostra realtà regionale, solamente nel 2013 l’Emilia aveva registrato 837 infrazioni accertate, 1.219 denunce e 237 sequestri, confermandosi come uno dei “palcoscenici” prediletti dalle cosche mafiose, e seconda solo alla Lombardia con le sue 50 segnalazioni di matrice ‘ndranghetista”.

 



 
17 APRILE 2016 – REFERENDUM CONTRO LE TRIVELLE APPELLO DEL COMITATO NAZIONALE DELLE ASSOCIAZIONI “VOTA SI’ PER FERMARE LE TRIVELLE”

Il 17 aprile 2016 il popolo italiano sarà chiamato a votare per il Referendum contro le Trivelle in mare. L’invito è di votare SI’ per abrogare la norma introdotta dall’ultima Legge di Stabilità che permette alle attuali concessioni di estrazione e di ricerca di petrolio e gas che insistono nella zona di mare vicina alla costa di non avere più scadenza. Con la Legge di Stabilità 2016, infatti, le licenze già in essere entro le 12 miglia dalla costa sono diventate “sine die”.

Le trivelle sono il simbolo tecnologico del PETROLIO: vecchia energia fossile causa di inquinamento, dipendenza economica, conflitti, protagonismo delle grandi lobby. La vera posta in gioco di questo Referendum è quella di far esprimere gli italiani sulle scelte energetiche strategiche che deve compiere il nostro Paese, in ogni settore economico e sociale per un’economia più giusta, rinnovabile e decarbonizzata. Non dobbiamo continuare a difendere le grandi lobby petrolifere e del fossile, ma affermare la volontà dei cittadini, che vorrebbero meno inquinamento, e delle migliaia di imprese che stanno investendo sulla sostenibilità ambientale e sociale. Per pochi barili di petrolio non vale certo la pena mettere a rischio il nostro ambiente marino e terrestre ed economie importanti come la pesca e il turismo, vere ricchezze del nostro Paese. Intanto, mancano strategia e scelte concrete per realizzare gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dalla COP21 nel vertice di Parigi per combattere i cambiamenti climatici, in cui si è sancita la volontà di limitare l’aumento del riscaldamento globale a 1,5°C.

Quindi il vero quesito è: Vuoi che l’Italia investa sull’efficienza energetica, sul 100% fonti rinnovabili, sulla ricerca e l’innovazione?

Al Referendum del 17 Aprile inviteremo i cittadini a votare SI’, perché vogliamo che il nostro Paese prenda con decisione la strada che ci porterà fuori dalle vecchie fonti fossili, innovi il nostro sistema produttivo, combatta con coerenza l’inquinamento e la febbre del Pianeta.

Il Governo, rimanendo sordo agli appelli per l’Election Day che avrebbe permesso l’accorpamento del Referendum con le elezioni amministrative, ha deciso di sprecare soldi pubblici per 360 milioni di euro per anticipare al massimo la data del voto, puntando così sul fallimento della partecipazione degli elettori al Referendum.

Il Governo sta scommettendo sul silenzio del popolo italiano! Noi scommettiamo su tutti i cittadini che vorranno far sentire la loro voce e si mobiliteranno per il voto.

Per essere più efficaci, abbiamo costituito il Comitato nazionale “Vota SI’ per fermare le trivelle” per unire le forze di tutte le organizzazioni sociali e produttive affinché la Campagna referendaria diventi l’occasione per mettere al centro del dibattito pubblico le scelte energetiche strategiche che dovrà fare il nostro Paese, per un’economia più giusta e innovativa. Ci impegniamo ognuno nel proprio ambito e insieme per invitare gli italiani a recarsi al voto e votare SI’.

 


 
NONTISCORDARDIMè Reggio Emilia 2016

L’8 e 11 Marzo comincia Nontiscordardimé - Operazione scuole pulite 2016, la giornata nazionale di volontariato ambientale organizzata da Legambiente per la qualità e la vivibilità degli edifici scolastici. Gli eventi in programma sono tanti e mirano ad abbellire gli spazi scolastici con nuovi arredi esterni, messa a dimora di piante e fiori nei cortili.

A Reggio Emilia sono numerose le scuole che hanno aderito all’iniziativa

Un’esperienza di educazione alla cittadinanza attiva importante per i ragazzi e utile perché mette in luce, soprattutto con le amministrazioni competenti, le eventuali problematiche e le necessità di intervento negli edifici. Un’occasione per prendersi cura della propria scuola e dell’ambiente e per sensibilizzare i bambini su tematiche spesso poco trattate.

Nella Scuola Primaria “Dante Alighieri”, l’11 Marzo dalle 8,30, gli alunni di terza A, B e quarta A, B assieme i volontari di Legambiente si adopereranno a pulire e a realizzare un vero e proprio orto all’interno del cortile della scuola, con l’utilizzo del kit “L’orto va a scuola” dell’agronomo Nicola Caffi.

Nella stessa giornata anche la scuola dell’ infanzia “Michelangelo” ha organizzato, con i genitori degli alunni, lavori per la creazione di aree gioco con materiali di recupero, risistemazione di  arredi esterni e piantumazione di rampicanti. Inoltre si modificherà  l’impianto di irrigazione per permettere l’innaffiatura delle nuove piante.

La Scuola Primaria “Bergonzi”, nel pomeriggio del 15 Marzo insieme ad alunni, insegnanti, genitori, rimodernerà l’arredamento esterno e pianterà alcune piccole piante nella serra dell’istituto.

Altre due date importanti sono il 18 e il 22 Marzo dove la Scuola Primaria “Carducci” e la Scuola Primaria “Ada Negri” vedranno gli alunni coinvolti assieme ai volontari di Legambiente a pulire tutta la zona cortiliva della scuola e a mettere a dimora piante portate dagli studenti.

Tutte le attività organizzate, tra cui la gestione dell’orto e delle piante messe a dimora, sono pensate per essere facilmente gestite in autonomia dalle insegnanti e dagli alunni che hanno aderito al Nontiscordardimè. I ragazzi avranno l’occasione di verificare alcune fasi dello sviluppo direttamente in classe.

Tutte le iniziative saranno svolte con la collaborazione delle Guardie Ecologiche della Legambiente

Nontiscordardimé può essere il punto di partenza per un cambiamento effettivo: il desiderio di migliorare la propria scuola può stimolare i ragazzi nel loro sentirsi parte della comunità scolastica, nell’acquisire competenze importanti per il loro essere cittadini.

 

 

 
CONTINUANO I RINVENIMENTI DI ETERNIT NEL REGGIANO. L’ULTIMO IERI A REGGIO. NEL 2015 SONO STATE 156 LE SEGNALAZIONI DELLE NOSTRE GUARDIE ECOLOGICHE SULL’ABBANDONO DI RIFIUTI

“L’abbandono di rifiuti continua ad essere una delle priorità della vigilanza ambientale della nostre Guardie Ecologiche – dichiara Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia – e nel solo 2015 abbiamo segnalato agli organi competenti 156 situazioni da bonificare, fra cui 94 riguardano proprio la presenza di rifiuti, anche pericolosi, nel territorio. Altre 33 segnalazioni hanno poi riguardato auto in stato di abbandono, un fenomeno quasi sconosciuto fino a 5/6 anni fa, oggi invece molto presente, soprattutto nel contesto cittadino.
I veicoli abbandonati vengono spesso cannibalizzati e danneggiati, costituendo un serio pericolo per l’ambiente, per la presenza di liquidi tossici, olii ed altri elementi ricchi di inquinanti.
Il Comune che in assoluto presenta più abbandoni è certamente Reggio, sia per la sua estensione territoriale che per al concentrazione di attività: non è un caso quindi che ieri, in via Gramsci, poco prima del campo nomadi, sia stato rinvenuto nei pressi di un vecchio casolare poco distante dalla strada stessa un notevole quantitativo di eternit abbandonato, oltre a copertoni, pezzi di trasformatori elettrici e rifiuti vari.
Preoccupa anche il fatto che l’eternit è sbriciolato e in quantità notevoli.

Purtroppo questo tipo di abbandoni è molto frequente (23 casi a livello provinciale segnalati dalle nostre Guardie Ecologiche) proprio perchè in molti stanno dismettendo le vecchie coperture, spesso arrivate a fine ciclo, e ci si può far tentare dai prezzi bassi che alcune ditte propongono per la loro rimozione e smaltimento. Il risultato è che poi i costi vengono accollati ad un privato ignaro del tutto e solo responsabile della omessa custodia del suo casolare o del sito, o alla collettività, costringendo il comune a costose bonifiche.
Per questo – conclude Becchi – la vigilanza ambientale fatta dai nostri volontari assume sempre più un ruolo centrale nelle politiche di conservazione del territorio”.

 

 

amianto

 
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