POLVERI FINI E QUALITA’ DELL’ARIA: HA RAGIONE IL MINISTRO: PROCEDERE IN ORDINE SPARSO NON HA SENSO, MA NEANCHE ATTENDERE CHE SI ARRIVI A QUESTO LIVELLO DI INQUINAMENTO SENZA FARE NULLA - BISOGNAVA MUOVERSI MOLTO PRIMA E AVERE GIA’ PRONTO UN PIANO NAZIONAL

“Per risolvere il problema della polveri fini – dichiara Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia – occorre una piano unitario di tutto il bacino padano, che, lo si voglia o no e un’unica immensa valle: e questo è confermato dal dato pressoché uniforme della presenza delle polveri fini, che unite a fenomeni consistenti di nebbia ed inversione termina, sta determinando una concentrazione molto alta di inquinanti al suolo, tanto da aver portato ad oggi la centralina di Viale Timavo a Reggio al valore di 67 sforamenti oltre i 50 microgrammi/metro cubo di PM10, dato ben al di sopra dei 50 totali del 2014 o dei 56 del 2013, al di sotto - comunque vada - dei 93 sforamenti del 2012, l’anno nero delle polveri fini nella nostra città.

Quello che più preoccupa è che il Piano integrato sulla qualità dell'aria della Regione Emilia-Romagna (Pair) non serve di fatto a nulla, tanto che la sua applicazione sta dimostrando tutti i limiti del caso. L’abbassamento delle polveri di sabato e domenica scorsi è più legato agli spostamenti delle persone (più limitati in questi giorni e con molti in località turistiche) che non alla misure di limitazione del traffico, troppo blande e non determinanti per la qualità dell’aria. Che poi dopo anni che c’è questo problema non ci sia ancora una regia unica del bacino padano per affrontare l’emergenza sembra quasi inverosimile, tanto che ogni città può adottare delle proprie iniziative, ben sapendo che l’ria si muove e le polveri sono pressoché allo stesso livello in tutta la nostra provincia, come ci dicono anche le centraline di Castellarano e Guastalla. E’ ora che anche Reggio spinga per una politica più seria e credibile sull’argomento, senza andare a rimorchio di politiche regionali di mediazione al ribasso, come è stato in questi anni o sperare nella pioggia, come ormai sembra facciano la maggio parte dei nostri governanti”.

I singoli cittadini possono indubbiamente mettere in campo comportamenti virtuosi che contribuiscano a diminuire le emissioni inquinanti ma la vera ricetta per cambiare le cose può venire solo dal Governo e dalle istituzioni regionali e locali. Solo mettendo finalmente mano a nuove politiche di mobilità incentrate su trasporto pubblico locale, treni per pendolari e mobilità alternativa potremo raggiungere migliori livelli di vivibilità e liberare i nostri centri urbani dalla cappa inquinante che, non dimentichiamolo, contribuisce all’aumento di patologie respiratorie, soprattutto nei bambini, e cardiovascolari negli anziani. La questione delle PM10 non è infatti solo di tipo ambientale, ma squisitamente sanitaria e dovrebbe occuparsene il sindaco stesso, visto il tipo di emergenze che si sta vivendo.

Fuori i diesel dalle città. Limitazione della circolazione in ambito urbano dei veicoli più inquinanti (auto e camion) sul modello adottato dalla città di Parigi: entro il 2016 divieto di circolazione di tutti i veicoli degli euro0 ed euro1, e dei diesel (auto e camion) euro2. Entro il 2017 divieto esteso a diesel euro3 e poi a crescere sino a vietare nel 2020 la circolazione dei veicoli diesel euro5 (quelli venduti sino ad oggi).

Nuovi controlli sulle emissioni reali delle auto: applicazione immediata dei nuovi criteri di prova di omologazione per i veicoli immessi sul mercato, con verifica su strada e dichiarazione obbligatoria dei risultati reali di consumo e di inquinamento risultanti.

Ridurre la velocità. Imporre il limite di 30 km/h all’interno dei centri abitati, con l’eccezione delle principali arterie di scorrimento. Con effetti sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico derivante dall’uso dell’auto e grandi benefici in termini di sicurezza stradale, riducendo notevolmente il numero di incidenti. Limiti alla velocità vanno imposti anche sull’Autostrada A1 che a Reggio contribuisce per una discreta percentuale delle PM10, abbassando da 130 a 110 il limite si ottiene già una significativa riduzione delle emissioni.

Muoversi in città… senza l’auto. Approvare un piano nazionale che imponga target di mobilità a livello urbano (sul modello della raccolta differenziata) per arrivare entro due anni ad una quota di spostamenti individuali motorizzati al di sotto del 50% del totale. A partire da questo obiettivo fissare target ambiziosi per arrivare nel giro di 6-8 anni sotto il 30%.

Prevenire è meglio che curare. Reggio è circondate da tre linee ferroviarie minori che portano a Sassuolo, Canossa e Guastalla, che sarebbero dovute diventare una sorta di metro di superficie, mentre invece non è cambiato nulla e gli unici investimenti fatti sono stati sulle nuove strade. Il trasporto pubblico cittadino intanto perde utenti tutti gli anni, tanto che è passato dai 98 viaggi per abitante/anno del 1995 ai 67 del 2014, mentre il tasso di motorizzazione è sempre stabile 67 auto ogni 100 abitanti (praticamente un’ auto per ogni patentato).

Ridurre l’inquinamento industriale. Occorre applicare autorizzazioni integrate ambientali (AIA) stringenti, come prevedono le norme europee e nazionali e rendere il sistema del controllo pubblico efficace.

 
I ragazzi di Legambiente....

 
Riduzione del rumore a Reggio Emilia

La legge n. 447/1995 art. 2 fornisce la definizione di inquinamento acustico:

l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale da interferire con le normali funzioni degli ambienti stessi”.

Il Comune di Reggio ha avviato un piano per la riduzione del rumore in città. Le leggi nazionali e le direttive europee obbligano gli enti locali a predisporre piani per la riduzione de rumore derivante principalmente da infrastrutture (ferrovie, strade, aeroporti ecc.). Nel 2014 è stata fatta la mappatura per zone del comune al fine di evidenziare il rumore presente in ognuna di esse, si è prestata particolare attenzione al monitoraggio di ogni importante infrastruttura presente nel territorio comunale con evidenziazione delle zone maggiormente a rischio di inquinamento acustico. Con le attività commerciali soprattutto nel periodo estivo si verificano i maggiori problemi in merito a rumori molesti o sforamenti di orario. È in corso l’aggiornamento del regolamento comunale in materia in modo da evitare problemi durante la prossima stagione estiva 2016. Ogni anno arrivano circa 40 -50 esposti in merito a problematiche dovute al rumore, ad ognuno di essi viene data risposta e cercata una risoluzione.

Pertanto si invita ai cittadini di pervenire le  segnalazioni sul territorio comunale in, in modo da poterle gestire e poi inviarle in modo coordinato al Comune di Reggio Emilia. Le raccogliamo fino a l 31 dicembre in nostra sede in via Mazzacurati 11 (primo piano), via fax (0522/391458) o via mail a: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.


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Mozione acqua pubblica: puoi firmare anche alla Legambiente.

Da Lunedì 23 novembre chi vuole firmare la mozione popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico (depositata in municipio lo scorso 28 ottobre dal Comitato Acqua Bene Comune) può farlo anche presso la sede di Legambiente Reggio Emilia in via Mazzacurati n°11 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 (www.legambientereggioemilia.it).

Legambiente si unisce ai tanti cittadini e movimenti che chiedono agli amministratori pubblici di essere coerenti con le scelte popolari (referendum) e con i loro stessi programmi elettorali  riportando sotto una gestione 100% pubblica l’acqua che è, per definizione, un bene comune e non può diventare fonte di lucro per dei privati.

Nella mozione i cittadini firmatari chiedono al sindaco e al consiglio comunale di prendere decisamente posizione a favore dell'affidamento del Servizio Idrico Integrato provinciale a un'Azienda in house, dando la priorità alla forma gestionale dell'Azienda Speciale Consortile; di operare con determinazione affinché l'assemblea dei sindaci della provincia di Reggio Emilia e il consiglio locale di Atersir si muovano in questa direzione; di attivare un autentico percorso partecipativo per la ripubblicizzazione del servizio idrico, anche attraverso il rilancio del Forum provinciale quale luogo di reale confronto con la cittadinanza, i comitati e i movimenti sociali del territorio ed infine di dare puntuale comunicazione di tali impegni a tutti i Comuni della provincia di Reggio Emilia.

 

 
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