Legambiente Reggio Emilia
Qualità dell'aria: i provvedimenti adottati hanno fallito!

LEGAMBIENTE: LA MANCANZA DI AZIONI DECISE E CONCRETE CONDANNANO I CITTADINI REGGIANI AD UNA QUALITA’ DELL’ARIA PESSIMA – NESSUN MIGLIORAMENTO DELLE POLVERI FINI RISPETTO ALLO SCORSO ANNO – COSA SI ASPETTA A FARE QUALCOSA?

“Se il 2011 era stato un anno orribile per la qualità dell’aria reggiana – dichiara Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia – con i valori più alti degli ultimi 3 anni, non è andata molto meglio per il 2012. A chiusura dell’anno appena trascorso, la rete di monitoraggio di Arpa ha rilevato 60 sforamenti della soglia consentita dei 50 microgr/m.c. per l’area ex San Lazzaro e 93 volte in Viale Timavo (contro i 35 consentiti dalla normativa), dati in linea con lo scorso anno, in cui si registravano rispettivamente 64 e 86 sforamenti. La nuova riorganizzazione della rete di monitoraggio ha soppresso le centraline di viale Risorgimento e quella di Casalgrande, con un impoverimento quindi dei dati disponibili.

Nonostante il Comune abbia cercato in sede di rifinizione del nuovo piano pluriennale della qualità dell’aria regionale di portare nuove iniziative volte a limitare questo problema, il Sindaco ha poi deciso di firmarlo ugualmente, anche se era evidente come le politiche adottate fossero troppo blande ed inefficaci e non andassero quindi ad influire sull’inquinamento da polveri fini. E’ bene ricordare, come cita anche il sito dell’ARPA, che l’aumento delle concentrazioni delle PM10 è direttamente correlabile a aumento di ricoveri ospedalieri e di patologie per cause respiratorie e vascolari. Per questo Legambiente chiede (anche se ormai rischiamo di diventare noiosi) che il 2013 si apra con una maggiore fermezza e con la capacità della regione e dei sindaci di mettere in atto azioni di emergenza serie e continuative assieme ad azioni strutturali sul traffico.

Non va molto meglio la qualità dell’aria in provincia dove a Castellarano si registrano 42 sforamenti (nel 2012 sono stati 47) e a Guastalla con 64 contro i 72 dello scorso anno.

Purtroppo la reazione del Comune di Reggio è stata anche nel 2012 ancora una volta debole e contraddittoria, con blocchi del traffico programmati, poi revocati ai primi segnali di pioggia, per poi essere riattivati poco dopo o cancellati per esigenza del commercio. Un comportamento che non è coerente con la gravità del fenomeno e con gli effetti sulla salute. Se i blocchi del traffico episodici non risolvono il problema a monte, è necessario comunque un forte segnale culturale che l’uso dell’auto privata deve diventare sempre più ridotto nelle nostre città. Quindi i blocchi devono essere mantenuti ed estesi ad ampie aree delle città, riducendo al minimo le deroghe, ora eccessive.

Con riferimento alle azioni strutturali – conclude Becchi - è necessario destinare i fondi per gli investimenti con priorità assoluta al trasporto pubblico cittadino e pendolare (che continua a perdere ogni anno utenti) e alla rete delle piste ciclabili. Con la nostra campagna Pendolaria invece abbiamo rilevato un degrado della maggior parte delle fermate delle linee ferroviarie che da Reggio portano a Guastalla, Sassuolo e Ciano. Certamente se nell’immediato i blocchi del traffico sono la soluzione da applicare, nel lungo termine la lotta allo smog si fa con i piani regolatori e sulla scelta degli investimenti infrastrutturali. Non si può infatti sperare, come accade oggi, che la pioggia risolva i nostri problemi”.

Centralina

Sforamenti 2012 del limite di 50 microgr/m.c.

Sforamenti 2011 del limite di 50 microgr/m.c.

Sforamenti 2010 del limite di 50 microgr/m.c.

Sforamenti 2009 del limite di 50 microgr/m.c.

VIALE RISORGIMENTO

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62

50

43

S. LAZZARO (VIA AMENDOLA)

60

64

53

47

VIALE TIMAVO

93

86

84

80


 
Pendolaria 2012

In occasione di Pendolaria, la campagna dell’associazione dedicata alla mobilità sostenibile e ai diritti di chi ogni giorno si sposta in treno, quest’anno abbiamo spostato l’attenzione sulla situazione delle tre linee ferroviarie locali, che dal capoluogo raggiungono Ciano, Guastalla e Sassuolo. Attraverso il lavoro dei volontari del servizio civile nazionale nei giorni scorsi sono state ispezionate tutte le fermate di queste tre linee, verificando alcuni parametri che abbiamo ritenuto fondamentali, come la presenza di edifici (stazioni), servizi igienici, obliteratrici, panchine, pattuni, biglietterie e stato di pulizia. Crediamo infatti che il servizio di trasporto pubblico inizi dai servizi a terra, ovvero dalla fermata a cui un utente accede, e non sia ascrivibile al solo mezzo su cui uno sale.

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Reggiolo: ordinanza del sindaco per l’abbattimento di 45 platani

Legambiente Reggio Emilia: per il rifacimento del marciapiede non è prevista l’opera di compensazione

La notizia dell’ordinanza sindacale di Reggiolo ha stupito non poche persone che si sono rivolte all’associazione ambientalista Legambiente Reggio Emilia per dare maggior forza al loro disappunto. Nel comune sono previsti i lavori di rifacimento del marciapiede su Viale Amendola, nel tratto tra Viale Turati e Via Roma, il documento ordina l’immediato abbattimento delle piante poiché l’espansione radicale procurerebbe dissesti al marciapiede e alla rete fognaria e “[…] si configurano come vere e proprie barriere architettoniche” obbligando gli utenti deboli “[…] a riversarsi presso la carreggiata” mettendo a rischio la propria incolumità.

Sulla base di ultima argomentazione, essendo che il vigente regolamento del verde dello stesso comune permette l’abbattimento delle piante solo in caso di stretta necessità, in caso cioè che vi sia pericolo per l’incolumità delle persone, è stato autorizzato l’abbattimento delle piante in questione.

Ora, non mettendo in discussione gli eventuali danni che piante di questa grandezza inserite all’interno del tessuto urbano possano effettivamente causare all’apparato stradale, cosa che sarà stata opportunamente valutata dai tecnici comunali, almeno così ci si augura, lascia basiti il fatto che, in un momento storico così delicato, dove la parola d’ordine dovrebbe essere solo quella di piantumare nuove piante per ostacolare l’aumento iperbolico della CO2, si intervenga in modo così massiccio sul patrimonio arboreo cittadino senza prevederne in alcun modo un’adeguata compensazione.

«Si tratta del solito problema – spiega Massimo Becchi presidente di Legambiente - le amministrazioni in generale vivono il presente e non si preoccupano delle conseguenze sul prossimo futuro. Ogni pianta adulta produce in media dai 20 ai 30 litri di ossigeno al giorno, ma ogni persona necessita di 300 litri al giorno per vivere in modo sano. Con questo intervento si sta privando la cittadinanza di più di 1300 litri di ossigeno, che è quello che consumano circa 5 persone ogni giorno. Le piante inoltre hanno la capacità di influenzare la temperatura assorbendo radiazioni e calore, oltre che l’umidità e altri parametri modificando la meteorologia locale e il livello di inquinanti.»

Rimane poi il dubbio di cosa verrà ripiantumato al posto dei platani, sempre che sia stato previsto nel progetto di riqualificazione.

La proposta di alcuni cittadini sarebbe quella di eseguire un’opera di compensazione anche in altre aree del territorio comunale, con piante giovani ma abbastanza grandi che siano in grado di restituire in pochi anni il deficit lasciato dai platani, anche con l’aiuto di Legambiente che si è offerta per dare un contributo all’opera con i suoi volontari. La cittadinanza si augura che il primo cittadino e l’assessore con delega all’ambiente Michelini, si siano preoccupati di progettare questo intervento ponendo in esso un’ottica più ampia e indirizzata al futuro, per il bene della comunità.

 
Anche Legambiente alla manifestazione nazionale per l'acqua pubblica

Si è svolta sabato 15 dicembre nella nostra città la manifestazione nazionale dei comitati Acqua Bene Comune per chiedere che la gestione del servizio idrico integrato torni in mano pubblica. Migliaia di persone hanno sfilato per le vie della nostra città in un corteo pacifico che si apriva con le controfigure dei 44 sindaci dei comuni della provincia, con tanto di fascia tricolore e cartello che indicava le percentuali di affluenza ai referendum di giugno 2011.

Anche Legambiente era presente, per testimoniare il suo impegno in una battaglia che è di tutti, proprio come l'acqua. Ci uniamo anche noi alla richiesta corale della cittadinanza verso i propri amministratori affinché intraprendano un percorso di ripubblicizzazione del servizio idrico, che faccia uscire l'acqua dalle logiche di mercato, proprio come richiesto da quei 27 milioni di italiani che si recarono alle urne un anno e mezzo fa.

 
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