ECOSISTEMA URBANO 2021 – REGGIO EMILIA 2° CLASSIFICATA NELLA CLASSIFICA ANNUALE DI LEGAMBIENTE SULLE CITTA’ CAPOLUOGO DI PROVINCIA.

ECOSISTEMA URBANO 2021 – REGGIO EMILIA 2° CLASSIFICATA NELLA CLASSIFICA ANNUALE DI LEGAMBIENTE SULLE CITTA’ CAPOLUOGO DI PROVINCIA.

Nell’anno della pandemia, politiche e performance ambientali nei capoluoghi non decollano: stessa media generale, medesime emergenze di quelle emerse nel report dello scorso anno. I dati e le analisi nel nuovo rapporto di Legambiente

Crolla il trasporto pubblico, aumentano le auto circolanti. Restano preoccupanti i livelli di smog e di perdite della rete idrica. Poche note positive: crescono differenziata e infrastrutturazioni ciclabili

Più auto in circolazione e un crollo quasi uniforme nell’utilizzo del trasporto pubblico. Livelli di smog e di perdite lungo la rete idrica che rimangono preoccupanti. Poche note positive che poco incidono sul trend complessivo: tra tutte, l’aumento della raccolta differenziata e dei chilometri di piste e infrastrutturazioni ciclabili. Nel 2020 segnato dall’emergenza pandemica, i capoluoghi italiani non migliorano le loro performance ambientali: se è vero, infatti, che il Covid-19 colpisce anzitutto le città, modificandone contorni, regole e indirizzi, le emergenze urbane evidenziate negli anni precedenti rimangono le medesime e riflettono un sostanziale immobilismo nelle politiche improntate alla sostenibilità, seppur con qualche importante eccezione e best practice cui guardare per tracciare la rotta del cambiamento su scala nazionale.

È il quadro che emerge dal rapporto Ecosistema Urbano 2021, realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ORE e presentato questa mattina in diretta streaming sui siti di Nuova Ecologia e Sole 24 ORE, sul canale YouTube e sulla pagina LinkedIn di Legambiente. Il report, pubblicato sul Sole 24 Ore di oggi, prende in considerazione 105 capoluoghi e tiene conto di 18 indicatori riguardanti sei componenti (aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia) per stilare una classifica delle performance ambientali delle città: a fronte di un punteggio massimo teorico di 100, la media percentuale totalizzata dai centri urbani nel 2020 rimane ferma al 53,05%, identica a quella della scorsa edizione.

“Reggio Emilia (77,89% come punteggio complessivo) 2° nella classifica generale per la prima volta (era stata 4° nel rapporto del 2011) – dichiara Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia - aumenta lo spazio dedicato ai pedoni e alla ciclabilità (prima in assoluto per piste ciclabili equivalenti) e il numero di alberi piantumati. Dal confronto con gli anni precedenti emerge un costante miglioramento di alcuni parametri ambientali, come la presenza di biossido di azoto, un inquinante atmosferico, a cui fa da contraltare un livello delle PM10 sostanzialmente stabile negli anni. Costanti i consumi idrici pro-capite, ormai stabilizzatisi sui 135-140 litri ad abitante al giorno e la produzione di rifiuti, sempre attorno ai 680-700 kg pro-capite all’anno. La raccolta differenziata migliora ancora, portandosi all’ 84,7 %, miglioramenti chiaramente più lenti del passato, visto che ormai si sono raggiunti buoni livelli in questo settore. La pandemia ha influenzato negativamente il trasporto pubblico, che crolla da 100 viaggio/anno per abitante a 66, dopo anni in cui lentamente erano aumentati gli spostamenti con i mezzi pubblici. Il tasso di motorizzazione è sempre stabile a 65 auto/100 abitanti, livello fisiologico oltre il quale difficilmente si può andare, avendo in partica ogni patentato un’auto a disposizione. Il verde urbano fa piccoli passi in avanti con 60 mq. per abitante, mentre la perdita di acqua dalla rete di distribuzione ne fa alcuni piccoli indietro, portandosi al 24,3 %.

Il 2020 – conclude Becchi – è certamente stato un anno molto particolare, in cui le politiche ambientali sono state trascurate a favore di politiche socio-assistenziali: questo non ha impedito comunque al Comune di andare avanti sull’implementazione della rete viaria locale, che sembra non avere fine, fra prolungamento della tangenziale nord, bretella di Rivalta e i progetti in studiosi Fogliano e Bagno, con un consumo di suolo agricolo a cui va ad aggiungersi l’insediamento del complesso produttivo Silk Faw che non produrrà certo mezzi elettrici alla portata dei comuni cittadini, a testimoniare come gli interessi forti la facciano da sempre da padrone nel contesto politico cittadino, anche a fronte di un Piano Urbanistico Generale che cerca di porre un freno al consumo di suolo”.

 

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