Reggio Emilia 7 ottobre 2011

PALA EOLICA DEL CERRETO – E’ NECESSARIO UNO STUDIO SULLA POTENZIALITA’ EOLICA DELLA NOSTRA PROVINCIA PRIMA DI AUTORIZZARE ALTRI IMPIANTI

“Legambiente è da sempre favorevole allo sviluppo delle energie alternative, ancor più dopo i risultati dell’ultimo referendum che hanno definitivamente accantonato il nucleare – dichiara Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia – pertanto ben venga l’iniziativa dei privati nel settore dell’eolico. Come tutte le cose nuove è però necessario evitare che localismi o interessi economici vadano a inficiare le buone intenzioni: negli ultimi anni a livello provinciale abbiamo assistito a contenziosi fra comunità locali e soggetti proponenti, a volte giustificati, altre volte molto meno. In quest’ ottica è necessario anche per l’eolico un piano provinciale sulla potenzialità del nostro appennino, che tenga conto delle aree già sottoposte a tutela ambientale con il PTCP, del Parco Nazionale e delle situazioni ambientali comunque delicate. I corridoi più ventosi sono infatti spesso anche quelli utilizzati dagli uccelli come rotte migratorie, così come i crinali sono anche difficilmente raggiungibili e con un ecosistema delicato. Solo eliminando le aree soggette a queste tutele e dopo un confronto con le comunità locali è possibile eliminare tutte le zone che non sono idonee, evitando danni ambientali e proteste dei cittadini. La vicina provincia di Parma ad esempio, si è già orientata in questa direzione.

Il caso del Cerreto a Collagna, con una pala eolica installata su sentiero 00 del crinale è un caso emblematico di una buona idea mal realizzata. Infatti con tutto il territorio disponibile appare insensata realizzare una simile struttura su proprio sopra un sentiero storico e con una ridicola mimetizzazione del basamento. Lasciamo poi alla magistratura verificare gli aspetti amministrativi e burocratici di quest’opera nata con la vecchia giunta comunale di Collagna.

Considerato che presto anche altre aziende si cimenteranno in richieste analoghe sul nostro appennino, è bene anche valutare il ruolo degli enti locali, non escludendo a priori la possibilità che a realizzare simili impianti siano gli stessi enti pubblici, introitando gli utili per fini collettivi.

L’ufficio stampa: 348.7419763

 

Comunicati Stampa